lunedì 12 dicembre 2011

CHIUSURA ELCO TRONY, PARLANO I LAVORATORI

Risale a poche settimane fa l’apertura a Roma di un nuovo punto vendita Trony. Mentre al sud la situazione è totalmente diversa. La scorsa estate nella città di Catania e provincia hanno chiuso tutti i punti vendita Elco Trony. Cos’è successo? Che fine hanno fatto tutti i dipendenti? E soprattutto perché se n’è parlato così poco? Per saperne di più abbiamo incontrato, proprio davanti la sede Elco Trony di via Giacomo Leopardi, alcuni “ex” dipendenti.

Partiamo dall’inizio: «Nel maggio del 2010 – ha raccontato Daniele Cannata, “ex” dipendente – la Elco apre una procedura di mobilità per cessazione dell’attività. I 187 dipendenti vengono informati che l’azienda versa in gravi condizioni economiche. Si apre un tavolo sindacale durante il quale la Elco afferma che si riserva di trovare dei partner per rilanciare l’azienda. Da procedura di mobilità questa storia magicamente diventa un ex art.4, un ricorso agli ammortizzatori sociali. La società era già formata. Già c’era una Elco Group con due nuovi partner. Improvvisamente, 66 lavoratori su 187 devono entrare in cassa integrazione. I 119 in carico sono trasferiti nella nuova società. È un trasferimento di ramo d’azienda, ma i lavoratori continuano ad operare negli stessi punti vendita, con le stesse magliette, con gli stessi direttori. Unico cambiamento l’intestazione nella busta paga». Cos’è successo in questi mesi?
«In 7 mesi non c’è nessun rilancio – ha proseguito Cannata – non arriva la merce, all’interno non c’è riorganizzazione, né iniziative promozionali. Anzi oserei dire che chi è rimasto in carico è stato anche insultato, tacciato di poca professionalità, perché la gente non entrava nei negozi. Ma chiaramente era palese che non ci fosse il mezzo per poter attirare il cliente, cioè o la merce o il volantino con la merce in promozione».
Cosa succede quest’estate?
«In una riunione – ha continuato – viene dichiarato che la Elco Group fallisce perché non ci sono i margini per continuare. La famiglia Piccinno (i due soci che hanno affiancato i Ferlito), proprietari del marchio DPS (39 negozi in Italia),  a Catania non hanno fatto altro che dare una mano ai signori Ferlito a mascherare un licenziamento collettivo da passaggio ramo d’azienda Il 31 luglio Elco Group chiude i battenti. Tutti a casa sospesi! Anche i 66 lavoratori che finiscono di percepire la cassa integrazione. Tutti i dipendenti sono sospesi a tempo indeterminato a zero euro. Noi percepiamo la busta paga a zero euro».
La situazione attuale è di 187 dipendenti a casa senza stipendio…
«Gli avvocati ci dicevano che andava tutto bene – ha affermato Corrado Dollo, “ex” dipendente – ma poi misteriosamente si tiravano indietro e ci restituivano i mandati. Noi non siamo tutelati da nessuno, non ci fidiamo più di nessun avvocato e i sindacati fanno quello che vogliono o quello che sono autorizzati a fare…».
«I sindacati – ha aggiunto Cannata – hanno fatto il volere della società, non gli interessi del lavoratore».
«Io non vedo i proprietari da quando ho lasciato il mio ufficio – ha confessato Dollo – Sono andato in ferie e non sono più rientrato. Alla fine delle ferie mi è arrivata una raccomandata dove si diceva che non era più necessario il mio servizio».
«Ci sono quasi 200 persone a casa – ha dichiarato Cannata – e su questa situazione si tace vergognosamente».
«Adesso hanno presentato la domanda di concordato preventivo», ha aggiunto.
«Hanno proposto – ha spiegato Dollo – il pagamento del nostro TFR in comodissime rate semestrali in 5 anni».
«Diluiti sono 70 euro al mese da quando saremo licenziati», ha detto Daniele Cannata.
Cosa avete chiesto all’azienda?
«L’azienda non ci ha voluto sentire – ha dichiarato Cannata – Abbiamo chiesto la mobilità volontaria, ma c’è stata negata. Nessuno di noi ha trovato lavoro in altre aziende. Gli altri marchi importanti sono stati informati di non assumere ex dipendenti Elco. Perché attribuiscono la colpa del fallimento ai dipendenti. Ci viene detto in faccia che hanno il dovere morale di non ingaggiare nessun dipendente Elco, perché hanno saputo che i guai dell’azienda sono nati per colpa dei dipendenti».
187 dipendenti, 187 persone, 187 famiglie. 187 persone che vogliono, giustamente, farsi sentire. E queste sono le voci:
«Noi facciamo appello alle Istituzioni, innanzitutto al presidente Lombardo. Ci sono 187 famiglie che da oltre 4 mesi non percepiscono alcuna spettanza».
«Chiediamo principalmente il lavoro».
«A 50 anni non ci vuole più nessuno. Siamo sposati, abbiamo figli, questo è il problema più grande».
articolo scritto da Sonia La Farina su 

http://www.lazonafranca.info/

Nessun commento:

Posta un commento